mercoledì 1 giugno 2011

Davanti allo specchio

L'unico consiglio che mi sento di dare - e che regolarmente do - ai giovani è questo: combattete per quello in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Ma solo una potrete vincerne. Quella che s'ingaggia ogni mattina davanti allo specchio. Si cita spesso una battuta: «Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare come si è vissuto» (la frase è nel romanzo Il demonio meridiano pubblicato nel 1914 dallo scrittore francese Paul Bourget). Questo monito vale soprattutto per i giovani che non hanno ancora impresso alla loro vita una piega. È per questo che lo accosto al «consiglio» che a loro indirizzava Indro Montanelli nel suo scritto autobiografico Soltanto un giornalista. Egli introduceva una duplice dimensione nel suo suggerimento. La prima è quella del «pudore», una realtà sempre più scarsa nei nostri giorni «svergognati». Come si sa, la decenza non è solo quella sessuale, ma anche il rossore quando si traligna. Lo scrittore irlandese George Bernard Shaw ricordava che «l'uomo è l'unico animale capace di arrossire. Ma è anche l'unico ad averne bisogno». Purtroppo, spesso, e non solo tra i giovani, impera la sfrontatezza. Sulle guance si spalma il colore neutro dell'indifferenza morale, della spudoratezza, dell'improntitudine che cancella ogni rossore della coscienza. C'è un'altra dimensione che il «consiglio» di Montanelli introduce ed è quella della coerenza con le proprie idee. Certo, ironicamente ci si potrebbe talora chiedere: ma si hanno ancora idee o convinzioni oggi? La verifica della conformità tra pensare e fare la si ha simbolicamente «davanti allo specchio», ossia quando si esamina la propria coscienza. Ma anche qui sorge una domanda: si è ancora abituati a guardarsi dentro l'anima e a giudicarsi? Facciamo, allora, risuonare le parole di sant'Agostino: «Ritorna in te stesso: è lì che abita la verità».

Gianfranco Ravasi, Il mattutino
Fonte: www.avvenire.it - 01.06.11

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